Nel 1501 Giovanni Pontano, a Napoli, per i suddetti ordini supremi, rimanifestò in segreto il S.O.E..

Il Supremo Ordine Egizio  usa l’aggettivo “Egizio” non come provenienza della Sapienza dalla sola terra d’Egitto, ma come un concetto di discendenza magico tradizionale, proveniente da una terra dello Spirito, dal Non Umano, discendenza identificata anche per la gran parte di misteri, nei quali parte di rilievo viene assunta dalla tradizione ermetica ed alchemica nonché dall’angelologia greco-alessandrina, con i suoi rituali di evocazione, tramandatisi segretamente anche da quel popolo.

Pertanto viene considerato il tutto come, simbolicamente, la terra d’Egitto.

Alessandria e il Museion

Durante il I secolo dell’era cristiana, Alessandria (fondata nel 331 a.C. da Alessandro Magno) era la città più ricca, civile, cosmopolita, colta e raffinata di tutto il mondo greco-romano, un centro commerciale senza rivali. Per la maggior parte dei contemporanei, la gloria maggiore di Alessandria è stata la “grande biblioteca”: il Museion (“Santuario delle Muse”). In origine luogo di culto dedicato alle Muse, fu eretto fra il 300 e il 290 a.C. da Tolomeo I. Come la lanterna di Faro, la biblioteca era considerata una delle sette meraviglie del mondo. I testi, provenienti da ogni parte del mondo conosciuto, erano conservati sotto forma di rotoli di papiro manoscritti. Al tempo del suo massimo splendore, il Museion custodiva circa 500 mila rotoli, accessibili non solo ad un’élite ristretta di persone colte, ma a chiunque avesse desiderio di istruirsi.
Alla fine del IV secolo la biblioteca era ormai completamente distrutta: aveva subito ripetuti saccheggi da parte di un’invasione persiana, dall’imperatore Diocleziano e di zelanti dogmatici cattolici. Questa perdita, la perdita della ricchezza di conoscenze di Alessandria, deve essere considerata una delle grandi catastrofi nella storia della civiltà occidentale.
Fra i suoi “alumni” ci furono il matematico Euclide, l’astronomo e astrologo conosciuto come Tolomeo, il medico Galeno, il sacerdote e storico Manetone; ci furono padri e teologi della Chiesa, come Origene e il vescovo Clemente, maestri gnostici, come Valentino e Basilide; e numerosi filosofi la cui opera ha influenzato molti pensatori, come Plotino, Proclo e l’ebreo ellenizzato Filone. Ancora nel IV secolo d. C. lo storico romano Ammiano Marcellino scriveva:
Qui, prima che in qualsiasi altro paese, gli uomini giunsero alle origini delle diverse religioni. E’ qui che essi conservano con cura gli elementi dei riti sacri tramandati nei loro libri segreti.
Il risultato del crogiuolo di culti, dottrine, credi e sistemi filosofici caratterizzanti l’ambiente alessandrino fu quello che oggi viene collettivamente denominato “sincretismo“. La sua influenza fu determinante sull’evoluzione e lo sviluppo della coscienza, dei comportamenti e dei valori del mondo occidentale. Tra i frutti più importanti del sincretismo alessandrino ci fu quell’amalgama che avrebbe dato vita alla tradizione magica occidentale. Tale tradizione può essere più adeguatamente denominata “ermetismo” o “pensiero ermetico”.

Thot, Thot-Ermes o Ermete Trismegisto

In linea generale, l’ermetismo è una tradizione mistica, un corpo mistico di insegnamenti, una forma mistica di pensiero (da non confondere con il “pensiero gnostico”… errore, questo, perpetuato nei secoli fino ai nostri giorni).
Il nome ermetismo deriva da Thot, o Thot-Ermes, o Ermete Trismegisto (“tre volte grande”). Come divinità egizia, Thot svolgeva numerose funzioni: tra le altre, era anche considerato il dio della magia poiché aveva inventato la scrittura e la scrittura era percepita come un’operazione magica (“parole del dio” o “parole divine”). Sotto la dinastia tolemaica, egli fu identificato con la divinità greca Ermes, e gli fu aggiunto il suo nome.
Ancor prima del sincretismo alessandrino era diffusa la convinzione che Thot-Ermes fosse realmente vissuto; attualmente è opinione comune che non possa essere identificato con alcun personaggio reale. I numerosi testi a lui attribuiti sono considerati frutto di autori diversi, le cui opere furono composte nell’arco di un lungo periodo di tempo.
Qui ricordiamo il Corpus Hermeticum, il Picatrix e la Tabula Smaragdina o Tavola di Smeraldo, la più concisa e completa summa del pensiero ermetico.
Dal Picatrix: “Tutte le cose di questo mondo obbediscono alle forme celesti… tutti i sapienti concordano nel dire che i pianeti esercitano un’influenza e un’efficacia su questo mondo… ne consegue che le radici della magia sono i moti dei pianeti”.
Nel Picatrix emerge un ritratto dell’”uomo ermetico”, descritto come “il magus, il sapiente, il dominatore del cielo e della terra”. In questo modo l’uomo ermetico divenne il nesso, la giunzione, il punto di intersezione fra macrocosmo e microcosmo, fra il mondo maggiore e quello minore.
Dalla Tavola di Smeraldo: “L’alto proviene dal basso e il basso dall’alto: l’Opera miracolosa dell’Uno”. E in un’altra traduzione: “Ciò che è in alto è uguale a ciò che è in basso e ciò che è in basso è uguale a ciò che è in alto”. Questa espressione è stata spesso ridotta alla formula semplice “Come l’alto, così il basso”.
E ancora: “La struttura del microcosmo si accorda con la struttura del macrocosmo”; in altre parole, il minore riflette il maggiore e il maggiore il minore. La struttura dell’atomo riflette quella del sistema solare, la struttura solare riflette quella dell’atomo. L’uomo riflette il cosmo e viceversa. Per estensione, lo stesso principio si applica, per così dire, orizzontalmente: il mondo interiore e il mondo esterno si riflettono l’un l’altro. Per gli ermetici le analogie o corrispondenze che collegano i diversi piani della realtà trovano massima espressione nei simboli, che non erano solo una pratica semplificazione grafica, ma anche (come i suoni, le lettere e le parole in egiziano e in ebraico) cellule cariche di energia latente. Tali simboli (sigilli o segnature) potevano essere “attivati” e manipolati, dunque provocare mutamenti. L’ermetismo era quindi molto di più di una teoria, di un sistema filosofico, poiché proponeva anche una concreta metodologia, attraverso la quale i suoi princìpi potevano essere tradotti in pratica. Questa metodologia comprendeva discipline, come la meditazione, l’esercizio spirituale e il controllo della respirazione, nonché applicazioni pratiche come l’alchimia.

 

E’ la prosecuzione sotterranea della sapienza occidentale e mediterranea attraverso canali che da epoche remotissime, risalgono per il Medioevo e l’età rinascimentale attraverso una catena ininterrotta di società legate dal più rigoroso segreto, le quali, solo occasionalmente, si sono manifestate esteriormente, e comunque sempre in nuclei molto ristretti di adepti. Tutto questo è stato ogni volta voluto e presieduto dal S.O.E.

 

Dio Nilo

Il “mito di fondazione” della catena sapienziale “egizia” italica ed occidentale fa riferimento, come abbiamo accennato sopra, ad una colonia egizia che aveva sede a Napoli fin da tempi antichi nella Regio Nilensis. Celebravano Riti segretissimi, e in gran parte di discendenza isiaca, nei sotterranei della città.

Testimonianza di questa “luce nascosta nei sotterranei” è il sigillo della prima Loggia massonica la Perfetta Unione sorta ovviamente a Napoli sulla quale torneremo più avanti, nel quale si fa uso di simboli prettamente egizi quali la piramide e la Sfinge: la leggenda incisa intorno al sigillo dice “Latomorum fraternitas”, Fratellanza delle Caverne. Kremm-Erz invece racconta l’arrivo della sapienza egizia a Napoli, quindi in occidente, sotto forma della storia di Mamor Rosar Amru (la deformazione profana del vero nome MAMO Amru Rosar) misterioso personaggio, ultimo dei Pontefici di Iside, il quale giunse a Pompei per rifondare sulla costa campana i riti isiaci e solari. Da qui il nome iniziatico plurimillenario del Pontefice Massimo dato al Gran Jerofante del S.O.E.

Nei tempi “moderni” (dal 1501) il S.O.E. si “rimanifestò”, per ordine del gruppo supremo dei Sette Sapienti, (Septem Sapientes). La Tradizione ci tramanda che i Sette Sapienti sono chiamati REX. Rex I e Rex II non sono di natura umana; Rex III, Rex IV e Rex V sono gli operativi; Rex VI e REX VII sono “riserve”, cioè subentrano alla morte fisica di uno degli operativi.

 

Giovanni Pontano

Nel ‘500 a Napoli, presso la chiesa “magica” di San Domenico Maggiore, fu innalzata una particolare fontanella con un reperto di epoca imprecisata che rappresenta il corpo disteso di una divinità con barba che rappresenta il Dio Nilo. Da allora a tutt’oggi quella fontana esiste in un luogo che si chiama Piazzetta del Nilo. Vedremo che qui vi fu una delle emanazioni manifeste della Sapienza Antica.

Giovanni Pontano  succedettero, come Gran Jerofanti e Pontefici Massimi, Giovan Battista Della Porta, Giordano Bruno, Tommaso Campanella, Raimondo di Sangro, Alessandro Cagliostro, Vincenzo di Sangro, Mario Pagano, Pietro Colletta, Domenico Bocchini, Gabriele Rossetti, Orazio De Attelis, Eduard Lytton, Giuseppe Gallone, Pasquale del Pezzo, Michelangelo Caetani, Pasquale De Servis, Giustiniano Lebano, Ciro Formisano (Giuliano Kremmerz), Leone Caetani…Fino a Arturo Reghini. Nulla trapela i successivi Gran Jerofanti e Pontefici Massimi sono troppo vicini ai nostri giorni e quindi sono “coperti” con il Segreto.

Per Tradizione e discendenza sono, come dicevamo, tre le Alte Gerarchie che governano spiritualmente l’Ordine: il Sublime Maestro Gran Jerofante e Pontefice Massimo, MAMO Amru Rosar; il Sublime Maestro Gran Jerofante Vicario, Nabu en Gir; il Sublime Maestro Gran Jerofante Segretario, Izar Bne Escur. Questo triade agisce in maniera tale che, ad esempio, a morte di Mamo, Nabu diventa Mamo, Izar diventa Nabu e viene cooptato un nuovo Izar. La Camera Iperurania (così viene chiamata) è composta anche da altri Fratelli cooptati “a chiamata spirituale” e mai su loro richiesta, per particolare qualificazione iniziatica e speciali meriti nei confronti dell’Ordine. Il S.O.E. non emana soltanto regolarità iniziatica spirituale a organizzazioni massoniche (una sola per Stato: oggi in Italia è temporaneamente riconosciuta la Loggia Madre San Giovanni Battista Bolla 715-13-I, che si è organizzata, con altre Logge nell’O.T.I., Ordine Tradizionale Iniziatico), ma anche ad altre organizzazioni: − Fr+T+M+ di Myriam (Ordine Magico Terapeutico fondato per Ordine del S.O.E. da Giuliano Kremmerz); − U.L.T.I.M.U.S. , Ordine Templare delle Milizie del Tempio, unico in possesso della Bolla dei giuramenti e delle discendenze, bolla originale, firmata, sin dal primo Gran Maestro Hugues de Payns, fino all’ultimo, manifesto e conosciuto, Jaque de Molais, con i successori Gran Maestri, per Ordine Supremo, occulti fino ai giorni nostri. I Templari regolari riconosciuti dal S.O.E. hanno sede segreta a Parigi. − Catena FUOCO (C+A+I+T+E+M+), catena iniziatica di evocazione e di pontificato, riservatissima e riaccesa, sempre per ordine del S.O.E. dal Principe Raimondo di Sangro Principe di San Severo, collegata alla Catena massima degli arcana arcanorum, ovvero Scala di Napoli − Arcana Arcanorum (Scala di Napoli), che collegano con l’energia magica-operativa, tutte le emanazioni del S.O.E. −Schola Ermetica, scuola di formazione magico-operativa di tipo ermetico, con azioni di magia cerimoniale. − Sacerdotesse di Iside, antichissima rituaria femminile di prossima riemanazione. Cagliostro nel 1767 portò a Napoli da Malta i rituali della Loggia Discrezione ed Armonia, ove era stato iniziato nel 1766 insieme a Luigi D’Aquino di Caramanico, cugino del principe Raimondo di Sangro, A Napoli vennero aggiunti a questi rituali, ad opera del principe D’Aquino di Caramanico e forse di Cagliostro, per suggerimento del suo maestro Althotas, i tre gradi dell’Arcana Arcanorum o Scala di Napoli, che oggi sono di esclusiva e legittima celebrazione della Catena Fuoco.

Nel 1784 a Lione, dietro richiesta del S.O.E., Cagliostro fondò la Loggia Madre La Saggezza Trionfante, nonché le Logge Femminili di Adozione, che oggi il S.O.E. vuole rifondare con una radicale riforma dei rituali, di tipo Isiaco. Il Supremo Ordine Egizio, si manifestò nell’’800, anche in una delle sue estrinsecazioni esterne nella riaccensione manifesta della Fratellanza Terapeutica di Miriam, o Schola Philosophica Hermetica Classica Italica, fondata da Giuliano Kremm-Erz, pseudonimo di Ciro Formisano. Secondo la tradizione, la nascita di esso andrebbe riportata indietro nei secoli ad una colonia egizia che si stabilì a Neapolis. Francesco Brunelli parla di una “corporazione di egizi esistente a Napoli sin dall’età imperiale”.

Per cui “sarebbe rimasto l’Eggregore del culto egizio adattato a Fratellanza Magico-ermetica”, in quella zona di cui abbiamo già parlato, che tutt’oggi porta il nome di Piazzetta Nilo: la fusione dei Misteri egizi portati da questa colonia con la spiritualità di un centro di sapienza italica, e pitagorica in particolare, presente a Neapolis avrebbe dato luogo alla costituzione dell’ Ordine che si è tramandato nel tempo fino ai nostri giorni.

Alcune fasi successive possono essere quanto meno intuite per quanto concerne i secoli tra il ‘500 e il ‘600: sappiamo della presenza a Napoli in questi secoli nell’Accademia di Giovanni Pontano, di ermetisti come Giordano Bruno e Tommaso Campanella, i quali studiarono ambedue al collegio di San Domenico Maggiore che sorge proprio nei pressi della Piazzetta Nilo e del Palazzo De Sangro. Un’ulteriore origine visibile del S. O. E. sotto forma di accettazione della ritualità massonica, dopo la riaccensione della Catena Fuoco da parte del Principe di Sangro, che però rimase e continuò segretissima, sarebbe dovuta a Domenico Bocchini, il quale iniziato al Rito Scozzese Reale, entrò nella Loggia La Vigilanza di Napoli del barone Lorenzo de Montemayor, ultimo Gran Jerofante e Pontefice Massimo (Mamo Amru Rosar), conosciuto nel Regno di Napoli. Egli sarebbe stato iniziato nella cerchia degli ermetisti discendenti da De Sangro, i quali avevano come punto di riferimento il suo figlio primogenito Vincenzo. Del Bocchini furono discepoli Pasquale De Servis (Izar Bne Escur) e probabilmente il padre di Giustiniano Lebano, Filippo, avvocato dello stesso Foro cui apparteneva il Bocchini e massone come lui. De Servis e Lebano insieme ad altri personaggi, il Marchese Orazio De Attellis e il Marchese Giuseppe Gallone e Crescenzo Ascione, rivelarono, sempre per ordine del S.O.E. allora di nuovo segretissimo e invisibile, nuovamente la manifestazione del Supremo Ordine Egizio (ovvero: Supremo Ordine Egizio Unico e Segreto, oppure Supremo Ordine Egizio Eterno e Invisibile), che a sua volta, tramite Giuliano Kremm-Erz, avrebbe dato origine alla Fratellanza Terapeutica di Miriam. Ovviamente sorvoliamo sugli sviluppi successivi della Fratellanza miriamica, in quanto ciò esula da questo scritto. Il S.O.E., tramite MAMO Amru Rosar Gran Jerofante e Pontefice Massimo Raimondo de Sangro, Principe di San Severo, fu anche il reale fondatore del RSAA e pochi lo sanno, per il saccheggio iniziatico che presto fu fatto dalla cultura inglese e dai reali d’Inghilterra, ancora sedicenti detentori di Tradizioni che sono spurie e fallaci. Il Rito Scozzese Antico e Accettato, come i più sanno, fu la sintesi finale di una riforma che interessò varie Tradizioni massoniche, nel XVIII secolo, nell’ambito del Regime Scozzese. Questo cosiddetto “Regime” ebbe origine a partire dal 1738 circa, e proseguì col Capitolo di Clermont (1754), che attivò un sistema rituale detto Rito di Perfezione o anche Rito di Heredom. Nel 1744-1745 ci fu la Creazione della Loggia dei Maestri Scozzesi San Giovanni di Gerusalemme, a Bordeaux, da parte di Etienne Morin. In questa Loggia si praticarono per la prima volta i 14 Gradi del Rito di Perfezione.

Il SOE nel 1736 incaricò il ventiseienne Principe de Sangro di accendere e costituire la (questa la dicitura esatta) “Loggia di perfectionamento di San Giovanni di Scozia per constituire Mastri Segreti del Tempio all’uopo di perfectionare i Mastri liberi muratori nella scientia magica della Scala di Napoli”.   Dal Supremo Ordine Egizio sarebbe scaturita la regolarità solo ad alcune Logge nel mondo, esclusivamente di Rito Scozzese (questo dimostra che i Riti di Memphis e Misraim non hanno a che fare con il Supremo Ordine Egizio e non vanno assolutamente confusi) come forma massonica; che avrebbe inoltre ridato origine e posto sotto la propria protezione la Fratellanza T+M+ di Miriam; che avrebbe conservato in vita, segretissimamente, il vero e legittimo Ordine dei Cavalieri del Tempio; che avrebbe riacceso l’alessandrina Schola Hermetica; che avrebbe ridiffuso gli Arcana arcanorum; che avrebbe riacceso la CAITEM, Catena Fuoco.

Per quanto concerne i tre Arcana Arcanorum, (divenuti il massimo grado del Rito di Misraïm in maniera non legittima – quello accanto è l’unico segno riconosciuto – ), nascono probabilmente nell’ambito di Riti presenti a Venezia già nella prima metà del ‘700, ma il fatto che siano conosciuti anche con il nome di Scala di Napoli rende credibile che qui essi ricevettero una qualche forma di organizzazione o di perfezionamento, e certamente da Napoli giunsero in Francia tramite Cagliostro per opera del Principe Luigi D’Aquino di Caramanico, cugino di Raimondo, il quale li avrebbe confidati in punto di morte al suo amico e confratello. Ma il Grande ed Eterno Supremo Ordine Egizio non vive sul piano terreno, si può solo incarnare se l’epoca ed il substrato lo consentono, assumendo la forma del tempo e del luogo. Il vero Iniziato sa che il contatto, l’Iniziazione al vero Supremo Ordine Egizio può avvenire solo se, in sé stessi, si origina quel preciso stato d’essere, che permette al separando di entrare in contatto con le vere Intelligenze dell’Ordine. Tale contatto è estremamente concreto ed il legame con l’Ordine indistruttibile. Ci sono due livelli di significato per l’Egitto stesso: 1. Egitto storico, che si sviluppò in un luogo ed in un tempo; 2. Egitto, come una precisa “Qualità dell’Intelligenza”; un altro modo di esistenza dell’Intelligenza umana. Questo “Egitto” non ha niente a che vedere con i tempi storici (anche se questa Intelligenza si espresse e si incarnò nella terra del Nilo in una precisa epoca storica), ma rappresenta piuttosto un ben preciso Luogo/Stato di coscienza. Per entrare in questo Egitto, eternamente presente, l’uomo deve imporre a se stesso una disciplina. Egli deve, abbandonando la coscienza dialettica, risvegliare un rapporto interiore vivente con l’oggetto della propria ricerca, quella che AOR definiva Intelligenza del Cuore. La voce ‘Egitto’ in arcano non era intesa per quel luogo geografico comunemente conosciuto. La voce Egitto è originata da Aig-Ipt-Os. S’intendeva ogni Urbe Arcana collegata alla vasta fascia dello zodiaco urbico dell’universo arcano. Egitto quindi è voce arcana che spiega il Mondo Arcano. E gli Egizi furono detti i Subcostituiti. Pertanto Urbe Arcana, di cui l’Egitto geografico fu, in una determinata epoca, l’esplicazione e manifestazione fisica: ecco l’importanza dello studio dei documenti da esso prodotti, ma nulla di più. Oggi il Supremo Ordine Egizio è fisicamente di nuovo parzialmente manifesto, emanando l’Ordine Tradizionale Iniziatico.

Le vere organizzazioni iniziatiche, che sono sempre espressione di un Centro detentore dl una sapienza di origine sovrumana, si collocano, per tale dimensione trascendente, al di sopra delle sette religiose e delle semplici società segrete, con le quali non debbono per alcun motivo venire confuse. (René Guénon).

Alessandro_Baratta,_pianta_di_Napoli_1629
Alessandro_Baratta, Pianta di Napoli, 1629, Zona Seggio del Nilo
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