La carica di Capo di Stato Maggiore Generale della Difesa è stata istituita con Legge 8 giugno 1925, n. 866 e poteva essere conferita esclusivamente ad Ufficiali con grado di Maresciallo d’Italia, di Generale dell’Esercito o di Generale d’Armata.
Il Capo di Stato Maggiore Generale – cui era affidata la responsabilità di “concretare gli studi e le disposizioni necessarie per la coordinazione della organizzazione difensiva dello Stato, ed i piani di guerra” – aveva alle proprie dipendenze il Sottocapo di Stato Maggiore Generale, i Generali Comandanti designati d’Armata ed i Generali a disposizione e si avvaleva, per l’esecuzione degli studi e per l’emanazione delle disposizioni di competenza, dello Stato Maggiore dell’Esercito.
Alla fine del 1925, il Capo di Stato Maggiore Generale, ha assunto anche la carica di Capo di Stato Maggiore dell’Esercito mantenendola fino al 1927, anno in cui le due cariche sono state nuovamente separate e l’accesso a quella di Capo di Stato Maggiore Generale è stato aperto anche ai Grandi Ammiragli ed agli Ammiragli di Squadra con R.D.L. n. 68 del 6 febbraio 1927.
Con lo stesso provvedimento, inoltre, è stato istituito un Ufficio del Capo di Stato Maggiore Generale con sei Ufficiali delle Forze Armate, retto da un Colonnello del Corpo di Stato Maggiore o da Ufficiale di grado corrispondente della Marina o dell’Aeronautica. Tale Ufficio, che può essere considerato il primo nucleo a carattere interforze del futuro Stato Maggiore Generale, è stato lo strumento a disposizione del Capo di Stato Maggiore che sino allora si era valso, per l’esecuzione di studi e per l’emanazione di disposizioni inerenti alle sue attribuzioni, dello Stato Maggiore dell’Esercito.
Nel 1939 l’elezione alla carica di Capo di Stato Maggiore Generale è stata estesa ai Generali d’Armata Aerea e di Squadra Aerea con L. 1178 del 24 agosto.
Nel 1940, con Legge n.1550 del 18 ottobre, è stato costituito uno Stato Maggiore Generale, e nel 1941 con R.D.L. n. 661 del 26 giugno, i Capi di Stato Maggiore delle tre Forze Armate sono stati posti – per quanto atteneva al coordinamento dell’organizzazione difensiva dello Stato – alle dipendenze del Capo di Stato Maggiore Generale.
Durante tutta la prima fase del conflitto, 1940-1943, lo Stato Maggiore Generale ha assicurato l’alta direzione della condotta delle operazioni in stretto coordinamento con gli Stati Maggiori di Forza Armata. Dopo gli avvenimenti dell’8 settembre 1943 lo Stato Maggiore Generale si è trasferito a Brindisi, al seguito del Governo legale e qui ha dato subito l’inizio all’ardua opera di ricostruzione delle Forze Armate per porle in grado di offrire, al più presto, il loro contributo, a fianco degli Alleati, alla liberazione del territorio nazionale.
Terminata la guerra, struttura ed attribuzioni dello Stato Maggiore Generale hanno subito un necessario ridimensionamento.
Mantenne il codice telegrafico di Comando Supremo.
Stato Maggiore Generale
Pietro Badoglio dal 4 maggio 1925 al 4 dicembre 1940
Ugo Cavallero dal 5 dicembre 1940 al 1º febbraio 1943
Vittorio Ambrosio dal 2 febbraio 1943 al 18 novembre 1943
Maresciallo d’Italia Giovanni Messe dal 19 novembre 1943 al 1º maggio 1945
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