Il mito delle scarpe di cartone nella campagna italiana in Russia è stato utilizzato per coprire le colpe degli alti comandi e della governance militare.
Non ci sono mai state scarpe di cartone in Russia.
In realtà, i soldati italiani erano stati equipaggiati, seppur non perfettamente, per il rigido inverno russo.
L’equipaggiamento includeva cappotti con pelliccia, guanti e berretti invernali.
Purtroppo non tutto il materiale fu distribuito in tempo, per evitare una precoce usura del materiale.
Tuttavia, la conduzione della campagna fu caratterizzata da errori strategici del Comando militare, tra cui l’ignorare l’esperienza e la preparazione acquisita durante l’inverno precedente sotto il comando di Messe, la mancanza di coordinamento tra le diverse divisioni dell’esercito italiano e la sottovalutazione della forza dell’esercito sovietico.
Questi errori contribuirono alle pesanti perdite subite dagli italiani, e non possono essere addebitati unicamente al fascismo.
È importante ricordare le diverse cause che hanno contribuito al disastro della campagna italiana in Russia per avere una memoria storica accurata e completa, che non sia né apologetica né revisionista.
Tra il dicembre 1942 e il febbraio 1943 il numero totale dei soldati italiani dispersi fu di 84.830.
La prima domanda è quanti italiani furono presi prigionieri?
DAll’incrocio di fonti italiae e bda archivi sovietici
In totale, durante l’offensiva sovietica a Stalingrado furono circondati circa 130.000 italiani.
- 20.800 soldati morirono in battaglia,
- 64.000 furono catturati
- 45.000 riuscirono a fuggire.
E sempre secondo gli archivi sovietici, 54.400 prigionieri di guerra italiani arrivarono vivi ai campi sovietici;
Nel 1992, grazie a un accordo tra il governo italiano e quello russo, quest’ultimo inviò i primi tabulati con i nominativi degli italiani catturati e morti in prigionia durante la ritirata dalla Russia del 1942-1943.
Gli elenchi riportano 64.500 nominativi.
Di questi, 12.000, poi rimpatriati erano ex internati dei tedeschi
22.000 rimpatriati, 2.000 di cui non si conosce la sorte e 2.500 ripetuti, stranieri, civili o altoatesini.
Secondo le fonti sovietiche 44.315 prigionieri (più dell’81%) morirono in prigionia nei campi, la maggior parte durante l’inverno del 1943.
Dal 1945 al 1954 furono rimpatriati 10.085 prigionieri italiani catturati durante la secondo battaglia del DON.
Meno nota è la sorte dei 30.430 soldati morti durante i combattimenti e durante il processo di ritiro dalla zona di battaglia o sulle rotte di ridistribuzione dopo la cattura dei militari italiani nei campi.
Si stima che circa 20.000 uomini morirono in azione e 10.000 uomini morirono tra il momento in cui divennero prigionieri e il momento in cui furono registrati nei campi sovietici.
Convinzione comune che gli italiani morirono quasi tutti congelati per via delle scarpe di cartone.
Probabilmente i 64.000 soldati si arresero, per via dello sfinimento fisico, e per il panico, che dalle retrovie si trasmisse alle prime linee.
Italiani,brava gente.
“È difficile chiamare occupanti gli sfortunati italiani. Inoltre, non hanno commesso atrocità, a differenza di altri satelliti nazisti: rumeni e ungheresi.”
( fonte: https://nvo.ng.ru/history/2012-10-19/12_italians.html)
RELAZIONE SULL’ARRETRAMENTO DELLE SALMERIE DEL 2° REGGIMENTO
ALPINI /Divisione alpina “Cuneense
DISLOCATE NELLA ZONA DI ROWENKI.
https://www.alpini-cuneense.it/Ripiegamento.htm
Oggetto:
RELAZIONE SULL’ARRETRAMENTO DELLE SALMERIE DEL 2° REGGIMENTO
ALPINI DISLOCATE NELLA ZONA DI ROWENKI. (1)
—————–
Nella zona di Rowenki si era costituito, appoggiato alla 22^ Sezione Salmerie del 2° Reggimento Alpini, un distaccamento di salmerie, comandato dal Ten. MEINERO Maurizio.
Alla data del 15 gennaio 1943 il distaccamento aveva una forza presente di:
- Ufficiali n° 4 (3 di arma e uno veterinario)
- sottufficiali “ 11
- truppa 409
- Totale 424
- quadrupedi
cavalli n° 31
muli “ 657
Totale 688
Il distaccamento era sistemato in quattro “colcos” che trovavasi ad una distanza media dal Comando di Km. 2,500.-
Alle ore 6 dl 15 gennaio c.a. il sottotenente ARNALDI Roberto del distaccamento, rientrava nella notte da Kriwonossowa (ovest di Mitrofanowka) dove si era recato per incetta di foraggio, riferiva che i russi avevano rotto il fronte e con la fanteria preceduta da carri armati si dirigeva verso nord-ovest.-
Alle ore 7 riferivo alla Tappa Speciale 307 in Rowenki la quale, già in allarme dalla sera precedente, si teneva pronta per ripiegare.-
Il collegamento telefonico diretto con Rossosch era interrotto ed inutili furono i tentativi di collegarmi attraverso altra rete.-
Durante tutta la giornata del 15 gennaio mi tenni in costante collegamento con la Tappa 307, ma non giunse ordine alcuno, se non un fonogramma a firma del ten.colonnello MIGNONE (Comandante le salmerie IV^ Div. Alpina “Cuneense”) in data 14 gennaio, che ordinava il ritiro a Wejdelewka di un centinaio di slitte ambulanza da portare a Rossosch.-
Alle ore 14 del 15 gennaio, chiamavo a rapporto i comandanti elle salmerie dipendenti ed impartivo loro precisi ordini perché disponessero per un eventuale arretramento che doveva orientarsi per le ore 6 del giorno 16 sull’itinerario Aidar-Wejdelewka.-
Alle ore 17 del giorno 15 gennaio :
La Tappa Speciale 307 restava in attesa dell’ordine di ripiegamento.
L’814° Ospedale da Campo della Divisione “Iulia” in Rowenki era pronto per partire.-
Il Kreislandwirt che senza preciso ordine aveva già lasciato nella notte dal 14 al 15 gennaio, era rientrato nella mattinata, ma era nuovamente fuggito nel pomeriggio.-
Verso le ore 17,30 la Tappa Speciale 307 che riceveva l’ordine di ripiegare e di comunicare alle salmerie alpine nella zona di Rowenki e di Aidar di arretrare su Waluiki, non recapitava tale ordine.- Verso le ore 18 dopo aver incendiato i propri magazzini laschiava Rowenki con gli automezzi a propria disposizione, nella direzione di Losno-Alessandrowka
Visto l’incendio di Rowenki ed avuta notizia dai civili del ripiegamento precipitoso del Comando Tappa, dell’ 814° Ospedale da Campo (quest’ultimo appena fuori Rowenki ha lasciato per strada una ventina di uomini, i quali scesi a spingere, ed avviato il proprio automezzo su una salita, erano stati da questo abbandonati, e furono il mattino seguente raccolti da questo Reparto) e della fuga dei dirigenti agricoli tedeschi del Kreislandwirt, dei pochi tedeschi di stanza a Rowenki e della polizia, ordinavo di anticipare l’inizio dell’arretramento per le ore 3 del giorno 16.-
Alle ore 22 disposi l’approvvigionamento della colonna presso il magazzino della 22^ Sezione Salmerie di viveri complementari.-
Dato che la Tappa Speciale 307 aveva ripiegato sulla direzione di Losno-alexandrowka, ed un sottufficiale tedesco che veniva da Lixinowka, raccolto dai nostri alpini sfinito e congelato sulla strada di Rowenki, aveva precisato che il mattino del 15 i carri armati russi avevano occupato Rossosch e che altri avevano attraversato la strada da Rossosch a Rowenki, all’altezza di Gretehoff dirigendosi verso Aidar, decisi di arretrare sull’itinerario seguito dalla tappa Speciale 307.-
Di tale mia decisione diedi comunicazione alla salmerie della 21^ Sezione Salmerie di Aidar.
Alle ore 3 del giorno 16 gennaio formatisi la colonna, mossi girando a circa 3 km. a nord di Rowenki (in quanto si asseriva che verso le ore 2 del 16 gennaio erano transitati un gruppo di carri armati negli abitati di Rowenki con direzione Rossosch), dirigendomi verso Losno-Alexandrowka.-
Qualche chilometro fuori Rowenki la coda della colonna, presa nell’aumentato chiarore del paese di Rowenki in fiamme, fu fatta segno a mitragliamento da parte di un aereo nemico, che non causò che tre vittime nei quadrupedi portò però lo sbandamento di alcuni militari e quadrupedi che attardatisi poi per riordinarsi persero il collegamento e sbagliarono la strada.-
Il sergente maggiore DOMINICI Elio, effettivo alla 2^ Sezione di Sanità Alpina, che era in coda, accortosi che procedeva su una strada sbagliata richiamò i militari e quadrupedi in un gruppo compatto e ordinatamente riuscì a portarli in colonna che raggiunse la sera del giorno seguente (17 gennaio).-
Sulla strada Losno-Alexandrowka la colonna raggiunse un gruppo di militari dell’814° Ospedale da campo che precisarono che un carabiniere della Tappa 307 aveva avuto l’incarico di portarci un ordine che diceva che la salmerie alpine dovevano ripiegare a Waluiki.-
A conoscenza di tale ordine, nonostante che la colonna fosse completamente spostata dalla direzione di marcia da Rowenka a Waluiki ritenni doveroso di dirigermi ugualmente verso tale località.-
Abbandonata la strada principale, appena transitato Losno-Alexandrowka, che andando verso sud portava a Sswatowo, dirottai la colonna su una pista che si dirigeva verso nord-ovest.-
In necessità di abbeverare e foraggiare i quadrupedi e di acconsentire ai militari di riscaldarsi e prepararsi qualcosa di rancio, mi fermai in un paese alla ore 11.-
Chiesi informazioni sulla strada più breve ed utile per raggiungere Waluiki e mi indieizzarono verso Troizskoje.-
Intanto verso le ore 16 vicinissimo fuoco di fucileria e di “katiusa” in LosnoAlexandrowka mi indusse a proseguire.
Iniziai la marcia verso le ore 17 e mi diressi alla volta di Trojzskoje per una pista disagevole per la molta neve ed i molti calanchi.-
L’assoluta mancanza di abitati capaci di dare accantonamento alla colonna mi obbligò a proseguire, nonostante il freddo intenso (meno 41°) e la pista in certi tratti impercorribile, specie dalle molte carrette sulle quali erano poste i molti materiali, viveri e zaini degli alpini, fino a Trojzskoje che raggiunsi alle ore 4 del 17 gennaio.-
In tali tristi condizioni di freddo e di viabilità che richiesero un grave dispendio fisico da parte dei militari, nonostante che tutti avessero camminato, si ebbero alcuni casi di assideramento e circa settanta congelati dei quali alcuni gravi.-
L’impossibilità di proseguire oltre con le carrette, che avrebbero finito di ammazzare i quadrupedi, l’aumentato carico da trasportare dato dai congelati e malati, in totale ottanta, e la necessità di un indispensabile riposo ai militari ed ai quadrupedi, provati da due giorni e due notti di marcia, mi obbligò a sostare.-
Ai congelati furono praticate le iniezioni antitetaniche, ed una disinfezione accurata con alcool iodato delle parti congelate poi accuratamente fasciate.-
Nella giornata del 18 gennaio riuscii a raccogliere nei paese e nei “colcos” viciniori una quarantina di slitte che in parte furono caricate di materiali ed in parte approntate per il trasporto dei congelati.-
Nonostante le condizioni atmosferiche proibitive per una violenta tormenta di neve, il 19 gennaio alle ore 7 mi incamminavo lungo la strada ferrata verso Waluiki.–
Dopo un’ora di marcia incontrai una colonna di tedeschi in fuga da Waluiki che asserivano essere stata occupata dai carri armati russi nella notte del 18 sul 19 gennaio.-
Precisai ancora che Waluiki era caduta e nella certezza di tale asserzione, raccolta pure dai civili, dirottai nuovamente la colonna della direzione di nord-ovest e sud-ovest giungendo la sera a Pokopskoje, la quale era già stata evacuata dalle autorità agricole tedesche e dalla polizia ucraina.-
Appena in Pokopskoje, l’ufficiale di coda mi riferiva che alla partenza due slitte cariche di congelati, rimaste in coda perché attardatisi per guasti alla barra del timone, si erano poi completamente rotte nell’attraversare i binari della ferrovia,-
Mentre gli alpini conducenti si erano posti in giro per cercare altre due slitte da sostituire le rotte, erano passate alcune slitte con feriti tedeschi posti poi alla stazione per inoltro in ferrovia.-
Gli alpini tornarono senza essere riusciti a trovare alcuna slitta (il giorno precedente ne avevano raccolte nella zona una quarantina) così che l’ufficiale pensò di portare i congelati a basto sino alla stazione ove si assicurò che li avrebbero fatti proseguire con i feriti tedeschi, e li lasciò in consegna ad un alpino congelato ad alcune dita di una mano.-
Nelle prime ore del pomeriggio, prima di giungere a Poposkoje, aveva raggiunto la colonna l’alpino congelato alle sole mani lasciato alla stazione di Trojzskoje, che comunicò che la ferrovia era stata interrotta e che il personale tedesco della stazione era fuggito sgombrando con slitte i soli tedeschi.-
Con l’aiuto dei civili aveva portato i nostri congelati nelle case vicino alla stazione ed era venuto ad avvertire.-
Prima che disponessi per il loro ricupero il sottotenente ARIZZI Alessandro effettivo alla 22^ Sezione Salmerie si offriva volontario per andarli a ricuperare.- Partiva con quattro slitte ed una scorta di alpini e nella notte nonostante l’imminenza del pericolo nemico riusciva a ricuperarli ed a rientrare con tutti gli alpini congelati lasciati alla stazione di Trojzskoje.-
A Pokopskoje trovai un ufficiale della 31^ Batteria Antiaerea del 4° Reggimento P.M.6, che rimasto impossibilitato a proseguire coi propri automezzi mi chiese settanta quadrupedi per sgombrare i propri uomini, materiale e viveri.-
Cedetti settanta quadrupedi con 1 ufficiale, 1 sottufficiale e 5 alpini per l’inquadramento, prendendoli 50 quadrupedi dalle salmerie del Btg. “Borgo S.Dalmazzo” (con una forza di 54 conducenti di cui 12 congelati con 140 quadrupedi) e 20 dalle salmerie del Btg. “Dronero”.-
Il 20 gennaio riparto dirigendomi verso sud-ovest e raggiungo dopo una marcia faticosissima per la molta neve la località di Kotljarowka dove sostai la notte.-
La sera in Kotljarowka ho conoscenza che le truppe italiane devono ripiegare su Charkow mentre la 31^ Batteria aveva ordine di andare verso Jsium.-
Il 21 gennaio si staccano dalla colonna quelli della 31^ Batteria Antiaerea mentre mi dirigo nuovamente verso nord-ovest alla volta di Kupiansh.-
Sulla strada la colonna, di circa quattro Km. di lunghezza, non può proseguire ordinatamente dato l’intenso traffico di automezzi, slitte ed appiedati, che ripiegano su Sswatowo.
Esco dalla strada e per pista raggiungo Petropawlowka.-
La visione di tale ripiegamento precipitoso e disordinato mette nei militari un certo nervosismo ed allarme.
Da Petropawlowka mi reco in slitta a Kupiansck ove riesco, con maniere convincenti, ad ottenere da un tenente dei carabinieri due automezzi con i quali sgombro su Charkow 64 congelati.
La colonna viene così alleggerita e si dà più respiro ai quadrupedi già provati per le faticose marcie.-
Dalla sera del 21 e le prime ore del 22 gennaio, intenso fuoco di vicinissime artiglierie mette l’orgasmo nella colonna.- I civili imbaldanziti dall’avvicinarsi del nemico cercano di assaltare per rapinare i carichi di viveri posti sulle slitte: pericolo che viene fugato soltanto dal fermo contegno degli alpini che sparano a chiunque cerchi di avvicinarsi.-
Non attendo e parto alle ore 2 del 22 gennaio appena la luna è andata sotto l’orizzonte.- Mi dirigo verso Kupiansck in parte incendiata e dove continuo fuoco di artiglierie e fucilerie accresce ancora l’orgasmo nella colonna.-
Sbucato da una pista, sulla strada rotabile in prossimità di Kupiansck un ufficiale tedesco, comandante di pezzi anticarro posti all’imbocco di un ponte, mi vieta il transito adducendo che in Kupiansck non avrei più potuto passare con una colonna così lunga ed anche perchè attendevano i carri armati nemici che infilandosi nell’oscurità della colonna avrebbero potuto avrebbero potuto fare delle sorprese anche a loro.
Insisto e lui mi fa capire che è inutile ogni mia pressione e che se pensassi di passare ugualmente fermerebbe la colonna coi suoi cannoni anticarro.-
Ritorno con la colonna a Petropawlowka ove nell’abitato un aereo nemico, dopo aver sganciato alcuni spezzoni, si abbassa a mitragliare in due riprese la colonna che sbandatisi allo scoppio degli spezzoni si era rifugiata fra le case del paese.-
Il mitragliamento causa la morte di quattordici quadrupedi dei quali si recuperano le bardature.-
La situazione è criticissima.-
Ad alcuni spari di armi automatiche dei civili, sussegue una sparatoria intensa di fucileria degli alpini, senza che ci si possa rendere conto di quel che succede.-
Non esito, metto nuovamente in marcia le prime slitte e quadrupedi della 22^ Sezione Salmerie che avevo sottomano indirizzandole verso sud ed a cavallo giro per le case a richiamare all’ordine ed alla calma tutti gli sbandati e ad incolonnarli in marcia.-
Alcuni colpi di artiglieria caduti in prossimità delle salmerie del btg “Borgo” già in colonna, causano un nuovo sbandamento generale.-
Soltanto imponendomi con decisi, energici e violenti modi, riesco con l’aiuto del sottotenente ARNALDI Roberto, già prodigatosi per gli sbandati nell’abitato di Petropawlowka, a richiamare e rincolonnare tutta la colonna ed a fugare in parte il panico nato in quella situazione.-
Nel frattempo la testa della colonna giunta a circa cinquecento metri dalla strada che da ovest va a Kupiansck, si è fermata perché ha visto dei carri armati che andavano verso Kupiansck e che ricevuti da fuoco anticarro, di cui si sentivano i colpi passare sibilando bassissimi (che ci convincono trattarsi di carri armati nemici) ripiegano poi per la medesima strada.-
Sosto qualche po’ e poi senza attraversare la strada mi dirigo verso Kupiansck per poi buttarmi in un bosco a fianco delle due linee ferroviarie che portano a Kupiansck e ridiscendo lungo queste sul corso di un fiume fino a Ssenkowo.
Da Ssenkowo procedo ordinatamente e sempre decisamente verso sud, sino a Borowaja che raggiungo alle 18.-
Il 23 gennaio riparto e porto la colonna a Podwjssokoje ad una dozzina di km. ad ovest di Borowaja dove sosto in un “colcos” sperduto, per riordinare definitivamente la colonna e far riposare, in una calma necessaria, gli alpini rimasti scossi dalla notte di Kupiansck.
Il 23/sera la forza presente alla colonna era la seguente:
Uff. truppa quadr.
22^ Sez. Salmerie 1 96 115
14^ Comp. Cannoni)
2^ Sez. Sanità ) 1 65 88
C.C. Regg/le )
Btg. “Borgo” – 44 94
“ “Dronero” – 62 138
“ “Saluzzo” 1 49 114
306^Sez. Sanità
ed Ospedaletti – 37 36
Div.”Cuneense”————————————————
Totale….. 3 353 585
Congelati sgombrati su automezzi n° 64
Quadrupedi uccisi dal mitragliamento aereo “ 17
“ morti per malattia “ 16
24 gennaio: Podowjssokoje – Ssawinkj,
Nell’ attraversare la strada rotabile che scende all’ altezza di Kunje verso Isjum, trovo il maggiore degli alpini INAUDI inviato a prendere collegamento con la colonna che mi consiglia di non andare a Isjum e di proseguire sempre verso ovest.-
25 gennaio: Ssawinzj – Tschepel.-
26 gennaio: Tschepel – Gussarowka.-
In tale giorno il sottotenente ARNALDI Roberto, comandato a Balakleja mi riferisce che dal Comando tedesco ha saputo che le truppe italiane devono concentrarsi ad Andrejewka, tento che il giorno seguente mi dirigo verso nord-ovest.
27 gennaio: Gussarowka – Primaschib.-
Passando per Balakleja preleviamo viveri presso una sussistenza tedesca che ci somministra la sola razione dei prigionieri.
28 gennaio: Prischib – Andrejewka.-
Giunto ad Andrejewka mi porto a Charkow accompagnato da 17 congelati che faccio trasportare dal Comando Tappa all’Ospedale n° 6.-
Riferisco sulla mia colonna al Comando C.A.A. e mi precisano di spostarmi a Olchanj dove si sarebbero radunate tutte le salmerie del C.A.A.-
Ottengo due autocarri con 2000 razioni viveri ed a notte rientro alla colonna.-
29 gennaio:
Tempo impossibile di conseguenza sosto.-
Il sottotenente ARNALDI con due autocarri si reca a Balakleja ove ottiene 40 quintali di avena per i quadrupedi.
30 gennaio:
Si mantiene il tempo cattivo e sosto ancora.-
31 gennaio: Andrejewka – Sidonezkoje.-
1-2-3-4-5-6- febbraio:
La colonna marcia raggiungendo la sera del 6 febbraio Olchanj nelle vicinanze del quale si sistema.-
7 febbraio:
Sosto ed attendo la colonna del maggiore “BELLAVIA” la quale è stata appoggiata alla mia colonna per trasporto dei viveri e degli ammalati.-
Ottengo di non essere immesso in tale colonna per proseguire ancora per le piste dei “colcos” che sono i soli a permettermi di alloggiare bene e tutti i quadrupedi della colonna.-
D’ordine del maggiore “BELLAVIA” cedo alla sua colonna n° 20 quadrupedi con bardature complete e n° 10 slitte da restituirmi appena giunti ad Achtjrka dove la colonna “BELLAVIA” si sarebbe sciolta e ricevo dalla sua colonna tutti i militari della “Cuneense” in totale 114.-
Prelevo i viveri necessari per giungere ad Achtjrka.-
11 febbario: raggiungo Achtjrka.-
16 febbraio: a Mali Grun ul maggiore BERNARDI Giovanni organizza tutti gli scampati della “Cuneense” assegna alla mia colonna tutti i militari del 2° Reggimento Alpini, degli ospedali divisionali e del II° Genio Alpino, in totale 295.-
Tanto gli sbandati presi dalla colonna del maggiore BELLAVIA, quanto a questi ultimi avuti a Malj Grun si provvide a vestirli e calzarli con gli oggetti di corredo e scarpe esuberanti agli alpini partiti da Rowenki con la colonna “MEINERO” e con la rimanenza di corredo della 22^ Sezione Salmerie.-
1° Marzo a Werkiewka il maggiore degli alpini TESSITORE del C.A.A. passa in riserva la colonna, e presente il maggiore BERARDI Giovanni, comandante i reparti scampati della “Cuneense” si compiace e si congratula vivamente per l’ordine e l’ottimo stato dei quadrupedi e dei materiali.
Aggiunge poi che di ciò farà presente a S. Ecc. Il Generale NASCI perché effettivamente è la colonna, la meglio ordinata e disciplinata .-
Il 13 marzo in Ogorodnja, la colonna cede alla Divisione “RAVENNA”:
-n° 213 quadrupedi completi di bardatura e di attrezzi da governo:
-n° 25 carrette russe a quattro ruote.-
La colonna giunge in Italia con 4 ufficiali e 424 militari di truppa completamente armati ed equipaggiati, e porta in Italia al completo di bardatura ed attrezzi da governo:
– n° 305 muli
– n° 5 cavalli nazionali
– n° 2 cavalli russi
in totale n° 312 quadrupedi
– n° 2 carri a quattro ruote russi
– tutti i materiali in carico alla 22^ Sezione Salmerie, come da quaderno 547.-
ed in più
-n° 54 bardature da basto complete dei quadrupedi deceduti
-n° 24 casse di gallette
-n° 13 casse di scatolette
viveri complementari di reparto ed economia
-n° 5 fusti di cognac
-n° 4 cofani veterinari raccolti per istrada,
e molto altro materiale vario di preda bellica.-
A conclusione: la colonna “MEINERO” partiva il 16 gennaio dalla zona di Rowenki, con 5 ufficiali, 419 militari di truppa e 688 quadrupedi (vedi elenco n° 1, militari effettivi a reparti del 2° Reggimento Alpini e n° 2 militari effettivi a reparto ospedalieri della 4^ Div: Alpina “Cuneense”), la quale durante la marcia di arretramento prese in sussistenza, per un periodo di tempo, n° 10 ufficiali e 411 militari di truppa (vedi elenco n° 3 militari effettivi a reparti del 2° Reggimento Alpini; e n° 4, militari non del 2° Reggimento Alpini, effettivi a reparti della IV^ Div. Alpina “Cuneense” od altre)
ha smistato i militari e quadrupedi come segue
Ufficiali truppa
-1°) Congelati od ammalati sgombrati
su 2 automezzi a Kupiansek il 22/1/1943 – 63
-2°) Congelati o malati sgombrati alla tappa
di Charkow il 28/1/1943 – 17
-3°) militari avviati alla ferrovia
di Gadiatsch il 21/2/1943 5 101
-4°) Militari avviati alla ferrovia di
Romni il 24/2/1943 5 202
-5°) Militari ospedalizzati durante le
marce dal 24/2 al 25/3/43 – 25
-6°) militari deceduti – 1
-7°) Militari giunti in Patria il 25/3/1943
col Comando 22^ Sez. Salmerie che hanno
trascorso il periodo contumaciale in Vipiteno 5 420
Totale 15 830
QUADRUPEDI:
-ceduti alla divisione “RAVENNA” n° 213
-ceduti alla 31^ Batt. Antiaerea n° 70
-ceduti alla colonna “BELLAVIA” n° 20
-portati in Patria n° 312
—————- 615
-quadrupedi morti per mitragliamento aereo n° 17
-quadrupedi deceduti per esaurimento da strapazzo da freddo o da malattia n° 56
————— 73
———
688
======
Considerando che il ristretto numero dei militari, in considerazione del rilevante numero dei quadrupedi, partiti da Rowenki sono riusciti ugualmente a portare in salvo tutti i quadrupedi anche quando il numero dei congelati venne a privare la colonna di altre braccia utili, e che tale ridotto numero di conducenti operò nei momenti più critici dell’arretramento, ritengo doveroso additarli alle S.A. del 2° Reggimento Alpini, affinchè a questi venga fatto un particolare elogio a premio del ben virile e lodevole operato.-
Unisco infine alla presente relazione le proposte per ricompense al valore sul campo dei seguenti ufficiali e truppa:
– Sott. ten. ARIZZI Alessandro
– “ “ ARNALDI Roberto
– serg. magg. DOMENICI Elio.-
VIPITENO, il 9 aprile 1943- XXI°
Allegati n° 3 mod. 343 per ricompense al valor sul campo
n° 6 elenchi
IL TENENTE COMANDANTE
(Meinero Maurizio)
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(1) Fonte https://www.vecio.it/cms/supporti/il-22-salmerie-del-2-alpini-nella-ritirata-di-russia
Altri fonti: